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Il borgo scomparso di San Marzano

Non molto distante dal convento di Santa Maria del Piano, lì dove ora sorgono solo recenti costruzioni sporadiche, era ubicato Borgo Marzio, in seguito denominato San Marzano, un abitato di epoca romana esistito con certezza almeno fino al 1362, ma i cui resti furono descritti anche all’inizio del Novecento da parte dello storico santarsenese Luigi Giliberti, il quale ancora poteva osservare i ruderi dell’antico borgo.

Fu la sua posizione troppo esposta a sottoporlo nel corso dei secoli a numerose scorrerie, ma la sua distruzione definitiva sembra sia avvenuta per opera del Borgo di Calvanello, un casale presso San Rufo, a sua volta distrutto dallo stesso San Marzano. La denominazione del luogo si riscontra anche in quella del non lontano torrente Marza: entrambi gli eponimi derivano dal nome romano di Marzio.

A San Marzano fu ritrovata una grande quantità di vasi, monete, lucerne e la coppia di due fiere leonine, che furono in seguito posizionate ai due lati dell’ingresso della chiesa di San Pietro Apostolo. Pur conservate in cattive condizioni, a causa dell’esposizione ultrasecolare alle intemperie e all’incuria umana, mostrano un carattere stilistico e iconografico medievale dall’alto livello qualitativo, facendone una delle opere medievali più importanti del Vallo di Diano.

Il leone meglio conservato trattiene fra le zampe anteriori la testa di un animale, da uno storico ottocentesco descritto come un cervo, quello invece lacunoso della faccia blocca una testa virile con una zampa anteriore.

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